Perché in analisi grammaticale

La parola “perché” è molto utilizzata nella lingua italiana e assume diversi significati a seconda del contesto in cui viene utilizzata. Infatti, secondo l’analisi grammaticale, il perché può essere usato come avverbio, come sostantivo, come pronome relativo e anche come congiunzione subordinante.

Si tratta di una parola che usiamo spesso inconsapevolmente e in molti modi diversi, perciò vediamo insieme quali sono tutti i possibili significati che può assumere questa parola, con un focus specifico sulla sua analisi grammaticale.

 

Cos’è perché in analisi grammaticale?

La parola “perché” può essere utilizzata in moltissimi modi, dato che può assumere diversi significati a seconda del contesto e del mondo in cui viene utilizzata. A seconda dell’utilizzo che ne facciamo, però, il valore in analisi grammaticale del perché cambia. Di seguito si riportano alcuni esempi con la parola “perché” e i diversi ruoli che può assumere nell’analisi grammaticale

 

Perché come avverbio interrogativo

In grammatica, il perché assume valore di avverbio interrogativo quando introduce una domanda, un dubbio o una richiesta. Quindi, quando il perché è all’inizio di una domanda, in analisi grammaticale è sempre un avverbio interrogativo, ecco alcuni esempi:

 

Perché come sostantivo

Quando è sinonimo di causa, motivo o ragione, la parola “perché” assume valore di sostantivo in analisi grammaticale. Ad esempio:

  • Non ne conosco il perché;
  • Marco non mi ha ancora detto il perché della sua scelta
  • Non ha voluto neanche sapere il perché, si è arrabbiato ed è andato via.

Perché come pronome relativo

Il perché assume valore di pronome relativo quando è sinonimo di “per cui, per il quale”. Per citare Dante Alighieri, padre della lingua italiana, un esempio potrebbe essere una sua citazione: “…vi dirò la ragione perché ho detto questo”. Altri esempi sono:

  • Non saprai mai la ragione perché non è voluto venire;
  • Ti dirò la ragione perché la penso diversamente;
  • Non c’era un motivo perché se ne andasse;

Perché come congiunzione subordinante

Infine, la parola “perché” rappresenta una congiunzione subordinante quando introduce una proposizione subordinata. In questo caso il significato di perché è proprio “per il fatto che”:

 

  • Ti do sempre spiegazioni perché tu possa capirmi;
  • Ti ha scritto perché tu ricordassi il motivo della sua visita;
  • Ti ha dato un brutto voto perché tu possa impegnarti di più.

Quindi, quando siete incerti e vi chiedete cosa sia “perché” nell’analisi grammaticale, pensate sempre a qual è il suo ruolo nella frase. Se è all’inizio di una domanda, sarà un avverbio interrogativo; se è introdotto da un articolo, allora sarà un sostantivo; se può essere sostituito da “per cui” o “per il quale”, probabilmente sarà un pronome relativo; infine, se invece introduce un ulteriore sviluppo della frase, sarà una congiunzione subordinante.

Perché in analisi logica

Il perché è una parola che può assumere 4 diversi valori in analisi grammaticale, ma quanti ne può assumere nell’analisi logica?

Analisi logica di perché

Nell’analisi logica il perché è una congiunzione, per cui bisogna considerarlo collegato alla parola che lo segue. Nonostante ciò, è davvero molto utile per poter individuare due diversi complementi:

  • il complemento di causa: ci indica il motivo per cui qualcosa è successo. Ad esempio: “sono molto stanco per l’allenamento”. Quando analizziamo questa frase, ci chiediamo: perché sono molto stanco? A causa dell’allenamento;
  • il complemento di fine o di scopo: ci indica qual è lo scopo per cui facciamo qualcosa: “sono venuto per vederti”. In questo caso ci chiediamo: perché sei venuto? Per vedermi; il significato implicito è che il motivo per cui sei venuto è che volevi vedermi.

Oltre questi due casi, non ci sono altri valori che può assumere la parola “perché” in analisi logica.