Perché Carducci ha scritto Pianto Antico?

Giosuè Carducci è stato un poeta, scrittore e critico letterario italiano, estremamente famoso per essere stato il primo a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1906. Una delle sue poesie più famose, il Pianto Antico, porta dietro una domanda ben precisa: perché Carducci ha scritto la poesia Pianto Antico?


La vita di Giosuè Carducci

La risposta a questo perché è da rintracciare nella vita dell’autore. Il padre era uno studente di medicina, attivo politicamente, facilmente irascibile. Dopo essere stato arrestato a Volterra, conobbe la sua futura moglie, figlia di un orefice ma che navigava, al tempo, in cattive acque.

Dalla loro unione nacque Giosué Carducci, che fin da bambino si mostrò ribelle e avventuriero. Divenne insegnante, sposò sua cugina, ma la sua vita cominciò a riempirsi di diversi lutti. 

Inizialmente il fratello Dante, che si presume si sia tolto la vita, poi il figlio Francesco, morto qualche giorno dopo la sua nascita. Infine, il piccolo Dante, chiamato così in onore del fratello, morto a soli tre anni. Si trattava del suo primo figlio maschio dopo la morte prematura di Francesco, suo primogenito, perciò fu un duro colpo per lui.

Carducci e la poesia Pianto Antico

Pianto Antico è contenuta nella raccolta del 1887 “Rime Nuove”, e il suo titolo fa già immaginare quale possa essere il significato dell’opera. Ma perché Carducci ha scritto Pianto Antico?

La poesia è apertamente dedicata all’ultimo dei tanti lutti che fino ad allora avevano riempito la sua vita, quello del figlio Dante. Il bimbo morì a tre anni, probabilmente di tifo, una delle cause più frequenti di morte infantile dell’epoca.

In una lettera al fratello, Carducci scrive che il piccolo, dopo otto giorni ininterrotti di febbre, ha cominciato ad avere degli spasmi, delle convulsioni, fino alla morte.

La poesia, così bella da essere straziante, vede contrapposto il corpo del piccolo Dante, fermo ed immobile, all’albero di melograno del suo orto, che invece ritorna a fiorire. Il sole lo illumina, lo inonda di calore e luce, cosa che con il corpo del piccolo non potrà mai più fare.

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Pianto Antico: significato

Il pianto di Carducci è un pianto antico, perché è il pianto di ogni singolo uomo sulla terra, che da tempo immemore vive la morte. È il pianto del padre e della madre, del fratello, dell’amante: è la lacrima che accomuna ogni singolo uomo venuto al mondo, nato dalla terra nella quale prima o poi ritornerà.

Il melograno è un altro simbolo importante, simbolo di fertilità ma anche di rinascita. Nel corso della storia, però, soprattutto nell’arte del Rinascimento in Italia, per Donatello, Verrocchio e Rossellino (soltanto per citarne alcuni), è diventato anche simbolo di morte.

Il melograno della poesia di Carducci, alla fine dell’inverno è secco e arido, tanto da sembrare quasi morto. Con l’arrivo della primavera, però, rinasce e dà vita a nuovi fiori.

I termini che l’autore usa nella poesia sottolineano il contrasto fra vita e morte: parole come luce, calor opposte ad espressioni come terra fredda, terra negra. Paragona il figlio all’ultimo fiore, perché è così che lo vede: l’unico frutto della sua pianta che ormai sente come inutile. Persino il ritmo della poesia fa pensare ad una ninna nanna, cantata ad un bambino per farlo addormentare.

Quindi, Pianto Antico è una poesia di abbandono, di rassegnazione, che porta con sé la speranza per la possibilità di una rinascita, quantomeno auspicata. La poesia di Giosuè Carducci Pianto Antico somiglia quasi ad un canto, una ninna nanna dolcissima, che ha un significato ben specifico e ricorda il destino degli uomini, tutti uniti dalla terra arida di Carducci.

Pianto Antico: testo

Per apprezzare maggiormente la bellezza e il significato della poesia di Giosuè Carducci, riportiamo il testo completo di Pianto Antico.

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.

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