Perché la cicogna uccide i piccoli?

Le cicogne sono spesso associate a immagini positive, legate a miti e leggende che le dipingono come messaggere di buone notizie, in particolare per il mito della cicogna che porta i bambini. Tuttavia, in natura, il comportamento di questi uccelli può apparire meno idilliaco. Uno degli aspetti più controversi del loro comportamento riguarda l’uccisione dei piccoli da parte dei genitori stessi.

Ma perché le cicogne compiono questo atto apparentemente crudele? In questo articolo esploreremo le cause dietro questo fenomeno, noto come cainismo o riduzione selettiva della prole, per comprendere meglio le motivazioni che guidano questo comportamento.

Cos’è il cainismo?

Il cainismo è un fenomeno osservato in diverse specie di uccelli, tra cui le cicogne, in cui uno o più piccoli vengono uccisi o abbandonati dai genitori o dai fratelli. Questo comportamento può sembrare crudele agli occhi degli esseri umani, ma ha una funzione evolutiva precisa. Il nome deriva dalla figura biblica di Caino, che uccise suo fratello Abele, e si riferisce proprio alla dinamica in cui un membro della prole viene eliminato per favorire la sopravvivenza degli altri.

Perché la cicogna uccide i piccoli?

Le cicogne, come altre specie di uccelli, mettono in atto questo comportamento principalmente per ragioni legate alla sopravvivenza e all’ottimizzazione delle risorse. Vediamo i principali motivi dietro questo fenomeno:

1. Disponibilità limitata di risorse

Uno dei fattori più importanti che spinge una cicogna a eliminare uno dei propri piccoli è la scarsità di risorse. Le cicogne allevano i propri piccoli durante periodi dell’anno in cui il cibo potrebbe essere limitato. In condizioni di scarsità, nutrire un numero elevato di piccoli potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza dell’intera nidiata. In questi casi, i genitori possono decidere di sacrificare uno o più piccoli per garantire che almeno i restanti possano ricevere abbastanza cibo per crescere sani e forti.

2. Selezione naturale

Il comportamento di uccidere o abbandonare i piccoli meno forti fa parte del processo di selezione naturale. Le cicogne, come altri animali, tendono a investire le loro risorse nei piccoli che hanno maggiori possibilità di sopravvivere e riprodursi. I pulcini più deboli o malati vengono spesso considerati un “investimento” meno vantaggioso, quindi i genitori possono scegliere di abbandonarli o addirittura eliminarli per concentrare le risorse su quelli più robusti.

3. Competizione tra i piccoli

Oltre al comportamento dei genitori, anche i piccoli stessi possono essere coinvolti nel cainismo. In alcune specie, i fratelli più grandi e forti possono uccidere i più deboli, eliminando così la competizione per il cibo e altre risorse limitate. Questo comportamento si osserva anche nelle cicogne, dove i piccoli più robusti possono aggredire i fratelli più deboli per garantirsi una maggiore disponibilità di cibo.

Cicogna bianca e cainismo: un caso comune

La cicogna bianca (Ciconia ciconia), una delle specie più note, è particolarmente nota per questo comportamento. Durante la stagione della riproduzione, una coppia di cicogne può deporre fino a 4-5 uova, ma spesso solo 2 o 3 pulcini riescono a sopravvivere. Questo avviene perché i genitori selezionano attentamente quali piccoli hanno maggiori probabilità di raggiungere l’età adulta, eliminando quelli più deboli attraverso il cainismo.

Il ruolo dell’ecosistema e l’adattamento evolutivo

Il comportamento delle cicogne che uccidono i piccoli va visto nel contesto più ampio del loro ecosistema e delle condizioni ambientali. La natura opera secondo regole di efficienza e adattamento, e questo tipo di comportamento può essere considerato una strategia per massimizzare il successo riproduttivo in un ambiente ostile o imprevedibile.

1. Adattamento alle condizioni ambientali

Il numero di piccoli che una cicogna riesce a nutrire e allevare dipende molto dalle condizioni ambientali. Se il cibo è abbondante e le condizioni climatiche favorevoli, è più probabile che la cicogna riesca a portare a termine l’intera nidiata. Tuttavia, in periodi di siccità o scarsità di cibo, la cicogna potrebbe essere costretta a ridurre il numero di piccoli per assicurarsi che almeno alcuni di essi sopravvivano.

2. Riduzione della competizione tra i piccoli

Inoltre, eliminare uno o più piccoli può ridurre la competizione interna al nido, garantendo che i pulcini più forti abbiano accesso a maggiori risorse e possano svilupparsi più rapidamente. Questo non solo aumenta le loro probabilità di sopravvivenza, ma riduce anche il carico sui genitori, che possono dedicare meno energie alla ricerca di cibo.

L’importanza di comprendere il comportamento animale

Sebbene il comportamento delle cicogne che uccidono i propri piccoli possa sembrare spietato, è importante ricordare che si tratta di un comportamento naturale, radicato in secoli di evoluzione. Gli animali, a differenza degli esseri umani, agiscono in base a istinti profondamente legati alla sopravvivenza e alla selezione naturale. Questo tipo di comportamento, anche se crudele ai nostri occhi, ha una funzione ben precisa nell’equilibrio ecologico.

Come l’uomo interpreta questo comportamento

Gli esseri umani tendono a umanizzare i comportamenti animali, vedendo nelle azioni della cicogna un atto crudele o ingiustificato. Tuttavia, per comprendere appieno perché la cicogna uccide i suoi piccoli, è necessario abbandonare la nostra prospettiva e considerare le leggi della natura. L’uccisione dei piccoli meno forti o malati serve a garantire la sopravvivenza della specie e a massimizzare l’efficienza riproduttiva in un ambiente spesso imprevedibile.

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