Perché l’elenco delle lettere si chiama alfabeto?

Composto di una serie di segni grafici che chiamiamo lettere, l’alfabeto ci consente di rappresentare graficamente ciò che nel parlato comune è un semplice suono. Ci consente di identificare gli oggetti, di dare un nome alle cose ed è una delle invenzioni più antiche oggi ancora in utilizzo, ma perché l’elenco delle lettere si chiama proprio alfabeto?


Chi ha inventato l’alfabeto?

Nel corso della sua storia, per moltissimo tempo l’uomo ha vissuto senza che alcun tipo di sistema alfabetico esistesse, perché la scrittura è nata nel 3200 a.C. quando è diventato necessario cominciare a tener traccia dell’amministrazione, della contabilità e del commercio delle piccole città mesopotamiche.

Prima della nascita della scrittura, non era necessario che i suoni utilizzati per comunicare fossero trascritti sotto la forma di segni. Quando si sono sviluppati, erano anche molto diversi da quelli che conosciamo oggi, perché erano soltanto dei semplici segni stilizzati. Secondo alcuni storici l’evoluzione sarebbe stata cronologica:

  • sistemi logografici: inizialmente, le parole erano associate a segni che le rappresentavano per intero; 
  • sistemi sillabici: successivamente ad ogni segno ha iniziato a corrispondere una sillaba;
  • sistemi alfabetici: infine, come accade oggi, ad ogni segno corrisponde uno ed un unico suono. 

L’alfabeto è un sistema grafico che rappresenta sia le vocali che le consonanti, come lettere autonome ed a sé stanti. Il primo alfabeto mai creato si ritiene sia la scrittura di Wadi el-Hol, un’area ad ovest del fiume Nilo il cui nome significa Gola del terrore, poiché si tratta di una strada militare nel bel mezzo del deserto egiziano. 

Quando nasce la scrittura, non nasce anche l’alfabeto: nonostante la nascita di quest’ultima sia datata intorno al 3200 a.C., la nascita dei primi sistemi alfabetici è da collocare intorno al 1700-1500 a.C. E se vi state chiedendo chi ha inventato l’alfabeto, il primo prototipo che possiamo considerare alfabetico è fatto risalire ad alcuni lavoratori semiti del Sinai

Secondo la storia, questi uomini si può dire che hanno inventato l’alfabeto perché hanno tracciato una serie di segni che riprendevano i geroglifici e li utilizzavano per indicare non più delle parole ma dei suoni

Ad esempio, in semitico la parola casa era espressa con beth, che diventò non più una parola fatta e finita ma un suono: la nostra moderna b. 

Nonostante questo primo tentativo, i veri inventori dell’alfabeto sono stati i Fenici, che intrattenevano rapporti commerciali con tutto il Mediterraneo e che avevano bisogno di una scrittura che fosse il più possibile immediata e semplice da utilizzare. 

I Fenici non solo cominciarono ad utilizzare le parole per indicare i suoni, ma definirono anche l’ordine alfabetico, dando ad ogni segno grafico anche una posizione ben precisa che consentiva di mantenere l’ordine stabile e coerente. 

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Perché si chiama alfabeto?

Nonostante siano stati i Fenici ad inventare l’alfabeto, sono stati poi i Greci a lasciarci in eredità quello che ancora oggi è il nostro punto di riferimento. I Greci diedero ai caratteri utilizzati per la scrittura più stabilità e direzione da sinistra verso destra. 

Se nell’alfabeto fenicio ogni carattere aveva la forma della parola da cui era stato ispirato, in quello greco le lettere assumevano soltanto il significato di suono, completamente slegate dal vecchio significato.

L’elenco delle lettere si chiama proprio alfabeto perché costituisce l’unione delle prime due lettere dell’alfabeto greco, che sono alfa e beta. Alfa è la prima vocale, mentre Beta costituisce la prima consonante. 

Quante sono le lettere dell’alfabeto?

A dispetto di quanto si possa pensare, le lettere dell’alfabeto hanno un numero variabile a seconda della lingua di riferimento. Ad esempio, uno degli alfabeti più lunghi al mondo è quello della Cambogia, che si compone all’incirca di 74 lettere

Le lettere dell’alfabeto italiano sono 21, anche se spesso sentiamo dire che ne ha 26. Questo accade perché si considerano inserite nel nostro alfabeto anche le cosiddette lettere straniere, ovvero J, K, W, Y, X, che sono in realtà contenute nell’alfabeto inglese ma che ad oggi sono largamente utilizzate anche in Italia grazie al grande numero di parole straniere attualmente inserite nel nostro vocabolario. 

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