Perché Manzoni si convertì al cattolicesimo?
Ad un certo punto, durante la vita di Alessandro Manzoni, accadde un evento che lo segnò particolarmente, sia a livello emotivo che a livello stilistico. Si tratta della sua conversione religiosa, che portò il poeta dal sostenere gli ideali illuministi, al credere nella religione cattolica.
Nonostante Alessandro Manzoni abbia ricevuto un’educazione cattolica, egli non sostenne questa religione fin dall’inizio. In ogni caso, l’importanza della religione nella vita di Manzoni si ritrova anche nei suoi testi. Infatti, è impossibile leggere I Promessi Sposi senza pensare ai continui rimandi religiosi. Ma perché Manzoni si è convertito al cattolicesimo?
La storia di Alessandro Manzoni
Prima di poter capire come mai è avvenuta la conversione del Manzoni, non possiamo non chiederci innanzitutto chi è Alessandro Manzoni.
L’autore nacque a Milano il 7 marzo 1785, da una famiglia aristocratica. Sviluppò il suo pensiero in pieno Romanticismo e Rinascimento, un periodo fatto di cambiamenti profondi in tutta Europa.
Era il periodo in cui si sviluppava l’impero napoleonico: per un breve periodo, l’Italia ha un governo democratico e repubblicano e Napoleone è il portatore dell’ideale della libertà. In quegli stessi anni vi è il Congresso di Vienna, che porterà, alla fine dell’impero di Napoleone, alla restaurazione delle diverse monarchie assolute.
Vi erano anche diversi moti insurrezionali, che porteranno poi nel 1848 all’inizio del processo di unificazione nazionale in tutta Europa. Quindi, Manzoni vive in un’epoca di grande fermento, in un ambiente carico di cultura, dato anche dal fatto che suo nonno era Cesare Beccaria, autore dell’opera Dei delitti e delle pene.
In età adolescenziale, Manzoni frequenta il collegio dei padri Somaschi, poi dei padri Barnabiti e una volta terminati gli studi liceali ritorna a vivere con il padre, dove entra in contatto con figure come Ugo Foscolo.
Ma perché Manzoni si convertì al cattolicesimo? In realtà, come si può evincere dalla sua formazione, era stato educato alla religione cattolica. Vi si era allontanato, però, a causa della sua vicinanza al pensiero illuminista, che vedeva il trionfo della scienza.
Nel 1807 conobbe una donna, Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere protestante di Ginevra. I due si sposarono il 6 febbraio del 1808, secondo il rito calvinista, essendo lui vicino alle correnti giansenistiche del protestantesimo. Il matrimonio fu un’esperienza importante per lui, sia perché conobbe la moglie dopo aver perso il padre, sia perché fu per lui una persona di inestimabile importanza.
La conversione religiosa di Alessandro Manzoni
Se si celebrò il suo matrimonio secondo il rito calvinista, qual è il vero motivo della conversione al cattolicesimo di Manzoni?
La data della sua conversione fu il 1° aprile 1810, giorno nel quale avvenne il matrimonio fra Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d’Austria. Il matrimonio si celebrò nel castello di Saint-Cloud, dove Napoleone si era proclamato Primo Console della Repubblica e aveva compiuto il suo colpo di stati circa 10 anni prima, nel 1799.
Il popolo, felice per il matrimonio del proprio imperatore, si riversò per le strade, ma fu spaventato dai colpi di diversi cannoni, anch’essi lanciati per festeggiare. Nella calca e nel caos vi furono molte vittime, ma in quella folla vi erano anche Manzoni e la moglie, Enrichetta.
Furono momenti davvero duri per il famoso autore: i due furono separati dalla folla spaventata e Manzoni si ritrovò sui gradini della chiesa di San Rocco a Parigi, in cui il poeta si rifugiò impaurito.
Qual è il motivo della conversione al cattolicesimo di Manzoni?
Avvolto in quell’aria di preghiera, il poeta chiese disperatamente un aiuto; così, dopo aver perso la moglie, a cui era molto affezionato, pregò di ritrovarla. Quando uscì dalla chiesa, la ritrovò lì fuori: questa è stata la principale causa della conversione di Manzoni, perché per lui fu il segno che la divinità aveva ascoltato la sua preghiera, e per questo decise di convertirsi al cattolicesimo insieme a lei.
In realtà ciò che gli è successo non è un episodio isolato: all’epoca era molto frequente che gli intellettuali si convertissero. Avevano riposto grande fiducia in Napoleone e nei semi della scienza, ma ben presto si resero conto che queste aspettative non venivano soddisfatte, perciò finivano col ripiegare nella religione.
La leggenda di San Rocco contiene comunque degli elementi vicini alla realtà, che lasciano pensare che possa essere successo davvero ciò che si narra. Manzoni, infatti, soffriva di agorafobia, ovvero della paura della folla. Per questo, è plausibile che si sia rifugiato immediatamente nella chiesa data la calca eccessiva.
Le opere successive alla conversione di Manzoni
L’autore fu fortemente segnato da questo cambiamento nella sua fede, tant’è che anche il tono delle sue opere cominciò a cambiare. Dopo la conversione, che fu per lui un momento di grande fermento, scrisse gli Inni Sacri, programmati inizialmente per essere dodici, ma dei quali Manzoni ne realizzerà soltanto cinque, fra il 1812 e il 1823. Quelli che realmente pubblicherà saranno Il Natale, La passione, La resurrezione, In Nome di Maria e La pentecoste.
In questo caso vediamo proprio comparire nella sua poetica degli elementi tipicamente cristiani e medioevali, con dei chiari riferimenti anche a Francesco Petrarca. Negli Inni ritroviamo la volontà dell’autore di esprimere il proprio pensiero, con una buona dose di emotività, probabilmente causata dalla sua ritrovata fede.
Un’altra opera che scrive successivamente sono le Odi civili e patriottiche, in cui ritroviamo in questo caso dei racconti di avvenimenti realmente accaduti, come ad esempio V Maggio, scritta in memoria di Napoleone nel giorno della sua morte.
Successiva alla sua conversione anche la sua opera più famosa, I promessi sposi, in cui il punto centrale dell’intera storia è proprio La Provvidenza Divina, l’impossibilità per l’uomo di decidere il proprio destino che è già scritto e non può far altro che avverarsi. Le minacce sono sempre presenti, ma, nonostante ciò, Dio non lascia mai gli uomini da soli, anzi, li affida sempre alla Divina Provvidenza che se ne prende cura, dando senso a tutte le loro vicende ed anche ai loro sbagli.
Non a caso, Manzoni, che aveva ripudiato il ‘600 in quanto secolo oscuro di decadenza morale, decide di ambientare il suo romanzo proprio in quel secolo: lo vede come un periodo buio, in cui però è chiaro quanto il popolo fosse schiacciato dal potere. In questo modo, può utilizzare quello stesso periodo come momento per dimostrare anche la possibilità del popolo, supportato dalla Divina Provvidenza, di riscattarsi fino a raggiungere la felicità.
Tutto questo delinea perfettamente qual è stato il significato della conversione religiosa al cattolicesimo per Alessandro Manzoni.