Perché non si possono stampare più soldi?
Il denaro è da sempre uno dei punti cardine attorno ai quali ruota l’economia e, per certi versi, anche la vita umana. In momenti di crisi, quando il denaro scarseggia, è opinione spesso comune che stampare più banconote possa essere una soluzione adeguata, anche se gli economisti sostengono il contrario. Ma perché non si possono stampare più soldi?
La stampa delle banconote
Quando parliamo di denaro, non ci riferiamo alla ricchezza posseduta dall’individuo, perché sono i beni che possiede la sua reale ricchezza nel lungo termine. La moneta è stata utilizzata come elemento di scambio fin dalla metà del VII secolo a.C.
Nel corso del tempo sono state utilizzate diverse metodologie per la stampa del denaro. Inizialmente, fino all’Ottocento, le uniche forme di denaro in circolazione erano delle monete coniate attraverso metalli preziosi come oro, argento e rame da parte degli orafi più esperti.
In particolare, la quantità di monete in circolazione dipendeva dalla quantità di metalli estratti dalle miniere. Successivamente si sono sviluppate anche le monete bancarie, emesse direttamente dalle banche e non più dagli orafi autorizzati dalla zecca.
Nel corso del tempo il numero elevato di monete diverse diventò fonte di una forte instabilità, perciò si decise di concentrare la stampa delle banconote nella Banca Centrale.
La Banca d’Italia: come si stampa la moneta italiana?
Ogni banca, all’interno dell’Unione Europea, emette le banconote sulla base di quanto stabilito dall’Eurosistema, ovvero il sistema di banche che si occupano della produzione degli euro, come Austria, Belgio, Italia, Finlandia, Francia e Grecia.
La Banca d’Italia è l’ente che in Italia rappresenta la banca centrale, che si occupa di cercare di mantenere stabili i prezzi, ma anche di vigilare su tutte le altre banche.
La Banca d’Italia può stampare soltanto le banconote che le vengono assegnate dall’Eurosistema, occupandosi anche del ritiro del denaro usurato o deteriorato. Nello specifico, queste monete vengono stampate da parte dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Perché non basta stampare più soldi?
Capita spesso di chiedersi, soprattutto in momenti di crisi economica, perché non si possono semplicemente stampare soldi all’infinito. In realtà, il denaro si può stampare fin quando garantisce un buon rapporto fra i beni prodotti e quelli circolanti.
Se stampiamo troppe banconote o monete, i soldi stampati perdono valore sul mercato e la moneta viene svalutata. Se stampiamo più soldi, avremo bisogno di più denaro per acquistare gli stessi prodotti.
Molto spesso, una delle conseguenze della stampa massiva di moneta è che aumenti il fenomeno dell’inflazione, che si verifica quando c’è un aumento elevato dei prezzi in linea generale (ed è ciò che accade durante le crisi economiche). L’inflazione riduce ulteriormente il valore della moneta, perciò stamparne di più non sarebbe comunque una soluzione.
Quindi, uno stato non può semplicemente stampare più soldi, perché ciò significa che la moneta viene svalutata e c’è un aumento dell’inflazione. Quando ciò si verifica, lo fa perché non conta in realtà la quantità di moneta che circola nello stato ma la ricchezza che quest’ultimo possiede, che è rappresentata da ciò che lo stato produce.
Se stampiamo più banconote, non stiamo automaticamente aumentando la ricchezza, ma facciamo soltanto aumentare la quantità di denaro che lo stato ha coniato.