Perché si dice machiavellico?
Nella lingua italiana esistono parole che derivano dai nomi degli autori più famosi della letteratura. È il caso del termine machiavellico, derivante da Machiavelli e che viene usato principalmente in senso polemico. Ma ti sei mai chiesto perché si dice “machiavellico”?
Origine della parola machiavellico
La parola proviene dallo storico, filosofo, politico, secondo cancelliere della Repubblica Fiorentina, Niccolò Machiavelli. Molto acclamato da Leonardo da Vinci che lo definiva un uomo universale, cioè una persona particolarmente erudita, è anche conosciuto per essere il fondatore della scienza politica moderna.
Vissuto fra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500, Machiavelli pone le basi per questa nuova scienza nella sua opera più famosa, Il Principe. In quest’opera introduce alcuni temi come la ragione di stato, cioè la possibilità per il sovrano di ricorrere anche a mezzi illeciti per poter garantire la sopravvivenza dello stato.
Cosa vuol dire machiavellico?
Il significato del termine machiavellico, che da questo autore si diffonde, è utilizzato per indicare un’intelligenza acuta ma anche spregiudicata. La parola, infatti, ha un fondamento negativo. Per Machiavelli, un buon principe deve essere pronto ad usare la forza se necessario, a decidere per i propri interessi e quelli del proprio popolo.
Anche Cicerone, in passato, si era avvicinato al significato legato al termine machiavellico, affermando che il politico buono avrebbe dovuto avere delle giuste conoscenze e comportarsi in un certo modo, ma è con Machiavelli che si ha una vera e propria teoria della politica.
La ragion di stato impone che, a volte, le regole morali siano sacrificate in nome di un interesse superiore del popolo. La politica è per lui libera da dogmi e teorie, ma una realtà di fatti da mettere in pratica. Da qui deriva anche quello che viene definito il comportamento machiavellico.
È interessante, in questa direzione, anche la sua concezione della storia: per lui è il punto di riferimento per orientare le proprie azioni. La storia dà all’uomo dei dati oggettivi, dei modelli da imitare, ma non indica come utilizzarli. Per Machiavelli la storia è ciclica: tutto ritorna come è già stato.
Nonostante ciò la sua non è una visione deterministica, perché considera comunque importante la virtù dell’uomo, cioè la sua capacità di controllare gli eventi. Ciò che conta è apprendere dagli errori del passato, perché torneranno.