Perché Svevo scrive La Coscienza di Zeno?

La coscienza di Zeno è stata pubblicata nel 1923 da Italo Svevo e racconta la storia di un uomo, Zeno Cosini, che ha scritto un diario con tutte le sue memorie che il suo psicoanalista decide di diffondere. È un romanzo psicoanalitico, che tratta fino in fondo la psiche del suo protagonista. Ma perché Svevo decide di scrivere La Coscienza di Zeno?


La Coscienza di Zeno in breve

La Coscienza di Zeno è un libro pubblicato da Italo Svevo, subito dopo il suo primo romanzo, Una Vita e la sua seconda opera, Senilità. All’epoca non era un autore particolarmente famoso, ma grazie alla sua amicizia con James Joyce che gli propone di inviarlo ad alcuni critici francesi, l’opera comincia a girare intorno ai circoli letterari. 

La storia racconta la vita di Zeno Cosini, che racconta la propria vita in modo non cronologico, dal momento che si tratta di un insieme di memorie e non di un vero e proprio racconto. Zeno è un personaggio complesso, dalla vita apparentemente tragica e travagliata, tant’è che alcuni dei suoi punti fermi sono proprio che la vita sia una lotta continua, che l’inettitudine sia un fattore esistenziale dell’uomo e che la vita sia una sorta di malattia

Il romanzo risente della sua amicizia con Joyce, poiché non ha una struttura lineare e tradizionale, è raccontato in prima persona dal protagonista e non ha una gerarchia in ciò che racconta, dal momento che si tratta della sua vita. 

Secondo quanto raccontato nella prefazione, il romanzo prende le mosse dal momento in cui uno psicoanalista decide di diffondere le memorie del suo stesso paziente, Zeno, in seguito alla sua decisione di interrompere la terapia prima del previsto. 

Il personaggio di Zeno rappresenta l’inettitudine dell’essere umano e lo vediamo anche in tutti i suoi comportamenti: diversi sono i tentativi dell’uomo di smettere di fumare, ma nessuno di essi andrà mai in porto. Il fumo rappresentava per lui una debolezza, eppure non riesce a farvi a meno. 

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Perché Italo Svevo inizia a scrivere La Coscienza di Zeno?

Il motivo per cui Italo Svevo scrive La Coscienza di Zeno è racchiuso nel suo protagonista, Zeno Cosini. Egli è innanzitutto il narratore della storia, eppure non è attendibile: ciò che racconta appare spesso verosimile e le sue interpretazioni della realtà sappiamo che potrebbero non rispecchiarla del tutto. 

Una delle idee di base dell’ideologia di Svevo è l’inettitudine dell’uomo contemporaneo, che vediamo a partire dalla sua prima opera ma che esplode del tutto nel personaggio di Zeno. L’autore si rifà alla tradizione del verismo e del naturalismo, trattando delle classi sociali dell’epoca e descrivendole con un realismo pungente. 

I suoi primi due protagonisti, Alfonso Nitti in Una Vita ed Emilio Brentani di Senilità, sono tutti e due inadatti ad affrontare la vita, ma si autoingannano per non rendersene conto. L’obiettivo di Italo Svevo, quando scrive La Coscienza di Zeno, che rappresenta il proseguo naturale di questi due romanzi, è dar vita ad un vero e proprio antieroe, un uomo all’interno di un romanzo che è esattamente come gli uomini della vita di ogni giorno.

Ciò che prova a mettere in evidenza è il modo in cui l’uomo si pone dinanzi alla realtà, evidente nel tentativo di Zeno di fumare ogni volta una sigaretta illudendosi che sarà l’ultima, perché soltanto in questo modo è possibile comprendere come questa illusione non possa che generare una sconfitta.

Quando Svevo scrive La Coscienza di Zeno ha proprio in mente la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, le sue tecniche e ciò che ne consegue. Zeno cerca di capire se stesso, confessando i suoi sentimenti più profondi, ma non riesce a liberarsi dalla sua inettitudine che lo porta comunque ad una condizione di profondo malessere

Il romanzo vuole anche essere una critica nei confronti della società borghese e un tentativo di mostrare all’uomo che soltanto lui può riscattarsi, imparando ad accettare la condizione umana, le bugie che gli uomini raccontano a se stessi e ad adattarsi alla propria inettitudine.

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