Perché Ulisse si trova all’Inferno?

La Divina Commedia di Dante Alighieri è un’opera maestosa che esplora i recessi dell’aldilà attraverso un viaggio simbolico. Uno dei personaggi più intriganti che incontriamo in questo viaggio è Ulisse. Ma perché si trova all’Inferno? In questo articolo, ci occuperemo di chiarire il motivo per cui Ulisse è all’Inferno all’interno della Divina Commedia e come Dante vede questo eroe epico.

Chi era Ulisse?

Ulisse, noto anche come Odisseo nella mitologia greca, è uno degli eroi più celebri dell’antichità. Protagonista dell’Odissea di Omero, Ulisse è famoso per la sua astuzia, intelligenza e per l’epico viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia. Un re, un guerriero e un esploratore, la sua figura ha ispirato innumerevoli racconti e leggende.

Ulisse nella Divina Commedia: perché si trova nell’Inferno?

Nella Divina Commedia, Ulisse si trova all’Inferno, precisamente nel ottavo cerchio quello dei fraudolenti, chiamato il “Malebolge“. Ma perché Ulisse è all’Inferno? Dante rielabora la figura di Ulisse, attribuendogli un peccato che non è presente nell’Odissea di Omero: l’ambizione smodata di conoscenza.

Dante immagina che, dopo il suo ritorno a Itaca, Ulisse abbia intrapreso un altro viaggio, spinto dalla sete insaziabile di sapere e di avventura. Questo viaggio lo porta oltre le colonne d’Ercole, un limite che gli uomini non dovevano superare. La sua trasgressione, spinta dalla superbia e dall’inganno, lo condanna all’Inferno. Dante vede in Ulisse un simbolo dell’hybris, dell’arroganza umana che sfida i limiti imposti da Dio.

Inoltre, Ulisse viene anche accusato di aver dato consigli ingannevoli quando era in vita, ingannando quindi il prossimo. Un esempio è quando Ulisse, insieme a Diomese, convinse Achille a fronteggiare i troiani. Questo è un altro motivo per cui lo scrittore della Divina Commedia decide di inserirlo nell’Inferno.

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Dante e Ulisse: citazioni di Ulisse nell’inferno

Nel Canto XXVI, Dante offre alcune delle citazioni più memorabili riguardo a Ulisse. Una delle più famose è quando Ulisse esorta i suoi compagni a navigare verso l’ignoto: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza“. Queste parole rivelano l’ambizione di Ulisse di andare oltre, di cercare la conoscenza a ogni costo, anche a rischio della sua vita e di quella dei suoi compagni. Dante utilizza queste parole per sottolineare la pericolosa tentazione dell’orgoglio e dell’ambizione smodata.

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